LIBERARSI PER SEMPRE DELLE ZAVORRE EMOTIVE

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Le zavorre emotive sono pesi che rallentano il nostro viaggio, schemi che condizionano il nostro vissuto senza alcuna utilità per la nostra evoluzione. Una zavorra è dunque un peso che ognuno di noi porta con sé nel corso della propria vita. Un peso che un bel giorno abbiamo inserito nel nostro zaino, a volte sotto forma di esperienza negativa destinata a condizionarci per la paura di riviverla. Pesi insopportabili che rischiano di trascinare nel vuoto se non si è capaci di liberarsene.

Hanno le forme più svariate: quella di un ricordo deformato, di una parole affilata come un fendente, di un’illusione a basso costo. Qualche volta assumono anche la forma di un dolore non maneggiato, perché in fondo ci si innamora di ciò che ci è noto, di cui conosciamo i contorni, che ci risuona familiare. Ci si innamora di ciò che ci ha fatto compagnia in qualche tunnel buio e maleodorante della nostra esistenza, anche se si tratta di un desiderio claudicante o di un sogno incerto.

I pesi emotivi sono una tassa aggiuntiva sul prezzo dei nostri giorni sbagliati. 

Una tassa quasi sempre troppo salata. Eppure c’è chi ci si affeziona talmente tanto che piuttosto che liberarsene e provare l’ebbrezza di camminare più spedito, cerca qualcuno con cui condividerne il peso. E così s’infila in relazioni affettive che stanno in piedi con un paio di bugie in saldo e qualche promessa di seconda mano. E in preda ad un’irrefrenabile fame d’amore, si ostina a cercare sazietà in amori di plastica, come un bulimico che s’illude di potersi rifocillare davanti un frigo vuoto.

Lasciarle andare permette di guardare oltre. Oltre i propri limiti, oltre le proprie ferite, oltre le emozioni negative che intossicano le proprie potenzialità, oltre le rigide dicotomie di giusto e sbagliato.

Per poter andare avanti, dobbiamo quindi imparare a risolvere le questioni in sospeso. Solo in questo modo potremo investire tutto il nostro interesse e tutto il nostro entusiasmo nel presente e nel futuro, senza zavorre.

Come liberarsi quindi dalle zavorre emotive?

Innanzitutto divenendo consapevoli di ciò che per noi rappresenta un peso. Congedatevi da esso manifestando verso l’esperienza connessa a questo peso un atteggiamento di gratitudine, se è stata un’occasione di gioia, oppure di perdono, se ciò che portiamo con noi è una ferita. Bene, ora è giunto il momento di liberarsene (lasciar andare).

Fai un piccolo esercizio. Elenca le tue zavorre emotive, i tuoi “pesi” in una prima lista. In una seconda lista scrivi ciò che nella tua vita presente reca con sé una piacevole sensazione di leggerezza. Scrivi tutto ciò che ti procura una chiara sensazione di benessere. Dopodiché chiediti a quale delle due “parti di te” vuoi donare il tuo tempo, ma soprattutto a quale delle due in generale lo dedichi. Se il tuo tempo è dedicato più alla prima lista c’è qualcosa che non va. Vuoi essere masochista? Non penso. E allora perché il tuo tempo lo spendi più per quelle cose?

Lasciare andare richiede coraggio, qualche volta anche una piccola dose di incoscienza, ma permette di fare spazio a ciò che davvero merita di abitarci dentro. Ci insegna a trattenere ciò che merita di restare. Senza scuse, alibi e contrattempi. Per riscoprirsi fieri di se stessi. Per ritrovare quella leggerezza che non é superficialità, ma capacità di superare i propri confini.

Concentrati sulla lista della seconda colonna: fermati a riflettere su come dar spazio a quelle attività, persone e cambiamenti. Inizia adesso e non domani: il domani spesso non inizia mai perché rimandare è più comode che affrontare. I cambiamenti richiedono coraggio e risorse. Ma tu sei il regista, nessuno può farlo a posto tuo! E se non prendi OGGI le redini della situazione non lo farai mai. Non vivere dentro ad una vita che non ti calza addosso e non rimandare il cambiamento. Il tempo scorre velocemente.

Non perdere tempo a rimuginare o a identificare i colpevoli della situazione, cosa o chi ti ha riempito di zavorre emotive. Rischi di cadere in sabbie mobili dalle quali non ti libererai mai. Prendi la lista della seconda colonna e inserisci gli elementi nel copione di quel film che è la tua vita! Buona avventura!

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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