Le esperienze dolorose che accadono durante la nostra vita sono la causa delle nostre ferite emotive. In generale, è difficile affrontare problemi emotivi come le separazioni, i tradimenti, le umiliazioni, gli abbandoni o le ingiustizie. È probabile che molti di noi ancora non siano riusciti a ricucire tali ferite dell’infanzia, che queste continuino a far male, e che le persone cerchino di mascherarle giorno dopo giorno. Comportandoci in questo modo non ci rendiamo conto che le stiamo semplicemente rattoppando e che, più aspettiamo a curarle, più peggiorano.
Mettersi una maschera è deleterio
La situazione è ancora più grave nel caso in cui non ci rendiamo conto che siamo feriti, anche se sappiamo bene che qualcosa non va. Le maschere che le persone costruiscono per non vedere o sentire le ferite impediscono di identificare le ferite stesse e quindi di guarirle. Se soffochiamo regolarmente i sentimenti dolorosi con il pedale emotivo, riduciamo la nostra sensibilità verso le emozioni in genere. Questo significa che trattenendo in noi tristezza o rabbia, riduciamo allo stesso tempo la nostra capacità di provare gioia e passioni positive.
Chiudere gli occhi non serve a niente, la ferita è lì davanti a voi. Potete riconoscerlo oppure no, ma farlo è l’unico modo di andare avanti.
Non cerchiamo un colpevole delle nostre ferite emotive!
Non è un bene neppure concentrarsi sul dolore e sulla ricerca del colpevole: così facendo si sprecano le energie che sono in realtà necessarie per curare le ferite emotive dell’infanzia. Concedetevi un po’ di tempo per osservare come vi siete attaccati alla ferita durante tutti questi anni. Era lì presente e, anche senza sapere come, guidava ogni vostro movimento.
Guardare avanti
Julio Cortazar disse: “nulla è perduto se si ha il coraggio di annunciare che tutto è perduto e si deve ricominciare di nuovo”. Nella vita, ci sono momenti in cui dobbiamo lasciar andar via delle cose, dobbiamo chiudere i cerchi, lasciar andare il passato e guardare avanti, per quanto possa fare male. il processo di lasciare andare il passato per dirigerci verso il futuro crea spesso una sensazione di vertigine a livello emotivo. Questo avviene perché identifichiamo il passato con il cammino sicuro che ci lasciamo alle spalle e percepiamo il futuro come un baratro davanti a noi, una scommessa incerta, un salto nel vuoto senza paracadute. Quindi, se vogliamo curare le ferite emotive, avanzando in sicurezza e senza rimorsi, è fondamentale prenderci il tempo necessario per guarire dalle ferite e rigenerarci emotivamente.
La fretta non è mai stata una buona consigliera, così come, al contrario, la staticità. Questo non significa che dobbiamo annegare nel dolore, ma che dobbiamo AVANZARE, seppur a piccoli passi, seguendo il nostro ritmo. L’importante è non cristallizzarsi su un vissuto o al contrario far finta che non ci sia! Per riuscire a comprendere le ferite emotive dell’infanzia e a risolverle è necessario andare in profondità, in un viaggio che può risultare doloroso ma che rappresenta l’unica via di guarigione.
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