Nel mio lavoro di psicoterapeuta a volte mi imbatto in adulti che, in nome di teorie standardizzate o consigli letti sui libri, cercano di incanalare i propri figli o alunni entro regole o comportamenti al fine di ottenere il raggiungimento di una tappa di crescita. Adulti che cercano di ottenere subito i risultati sperati per conformare il bambino all’adulto stesso, ai suoi tempi e alle sue necessità. In questo modo il bambino è più gestibile certo, ma gli è stata annullata la sua individualità, la sua indole. Il bambino, in tal modo, ha perso la sua essenza, quella appunto di essere un bambino che non sempre riesce a capire e rispettare i tempi e i perché degli adulti.
Si è persa la pazienza di aspettare e soprattutto rispettare i tempi del bambino, la sua indole.
Agevolare la crescita è giusto ma troppo spesso si forza la mano, comprimendo così l’individualità del bambino. Spesso ciò produce in lui sensi di colpa riguardo alla sua incapacità di conformarsi ai desideri dell’altro. Quei sensi di colpa di cui si libererà molto difficilmente da adulto. Ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi per raggiungere e stabilizzare una tappa di crescita.
Lo svezzamento, il ritmo sonno-veglia, Il linguaggio, la postura, l’addio al ciuccio, il controllo degli sfinteri e così via sono tutti momenti delicati. Ciascun bambino deve avere il tempo di metabolizzarli e superarli. L’adulto può essere di aiuto. Può proporre la novità o una tecnica con delicatezza, osservando di volta in volta le reazioni del proprio bambino per capire se è pronto oppure spaventato. La tecnica dev’essere utilizzata come una traccia. Di volta in volta va modificata o abbandonata in base al comportamento del bambino. Non bisogna mai forzare la mano, sgridare il bambino o addirittura minacciarlo. L’individualità dei bambini per svilupparsi, crescere e manifestarsi ha bisogno di calma, rispetto, incoraggiamento e soprattutto accettazione!
Alcuni genitori o educatori esaltano certe tecniche standardizzate perché portano a risultati certi. Ciò a volte accade, ma bisogna sempre valutarne i costi, vedere che conseguenze ha comportato nel bambino o nel suo rapporto con le figure di accudimento. Troppo spesso mi capita, ripercorrendo la storia di pazienti adolescenti o adulti, di trovare una connessione tra un malessere conclamato e un’educazione schematica orientata al benessere dell’adulto più che a quello del bambino. Quando l’individualità dei bambini è stata compressa o addirittura derisa si manifesteranno prima o poi dei sintomi difficili da scalfire. Senso di colpa, paura, ansia, disordini alimentari, mancanza di fiducia in se stessi o negli altri possono venire anche da lì. Date spazio alla personalità di vostro figlio, alla sua indole! Ne sarete piacevolmente colpiti.
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