BAMBINI DISTRATTI: BISOGNA PREOCCUPARSI OPPURE NO?

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“Le maestre dicono che mio figlio si distrae spesso, che cos’ha?”. Spesso niente. In realtà, secondo le più recenti ricerche di neurobiologia, si sta comportando esattamente come un bambino deve fare. In un certo senso i bambini sono “progettati” per essere distratti, perché per loro il mondo è oggetto di un interesse a 360 gradi. Il loro cervello è caratterizzato da una quantità di connessioni neuronali maggiore rispetto a un cervello adulto. È per tale motivo che la soglia di attenzione in giovane età è molto più bassa di quella di un adulto, perché la noia subentra molto velocemente e il senso del dovere non è ancora così sviluppato. 

bambini, in effetti, non sono distratti, hanno semplicemente il cervello impegnato. Nel giro di pochi anni, a partire dalla nascita, i bambini imparano un’infinità di cose: a parlare e a camminare, a intessere relazioni e a manovrare oggetti e meccanismi sempre più complessi. Il loro cervello è impegnato quindi a creare connessioni cerebrali, sinapsi, a un ritmo frenetico.

La soglia dell’attenzione di bambini e ragazzi è strettamente legata all’età.

Con la crescita i lobi prefrontali, che regolano il controllo degli stimoli, la pianificazione e la gestione delle frustrazioni tendono a svilupparsi. Questo spiega perché molti bambini, ma anche alcuni adolescenti, facciano fatica nella loro crescita a concentrarsi sullo studio o su una specifica attività: stanno, in effetti, ancora sviluppando alcune competenze. 

I bambini sin da piccoli devono “costruire” in fretta una conoscenza del mondo che gli permetta di adattarvisi e sopravvivere. Deve capire al volo le regole di funzionamento del linguaggio a partire dalle parole che sente pronunciare dagli adulti ed elaborare una visione del mondo fisico sulla base dell’osservazione di persone e oggetti e, successivamente, compiendo “esperimenti”, cioè toccando, trascinando, spingendo, lanciando quello che ha a portata di mano e studiando le conseguenze delle sue azioni. Col tempo, a partire dai 9-10 anni, le connessioni neuronali nei bambini cominceranno a diminuire, fino ad assestarsi intorno ai 18 anni. Questo ridimensionamento permette al cervello di specializzarsi, di mantenere solo le connessioni cerebrali che l’esperienza ha dimostrato essere utili e di “sintonizzarsi” perfettamente con l’ambiente in cui vive.

Più sono piccoli e minore sarà il tempo di concentrazione. 

L’età del bambino e la concentrazione sono strettamente connesse. Più il bambino è piccolo, più la capacità attentiva è ristretta. Inoltre, non è raro che i bambini maturino con velocità un pochino diverse gli uni dagli altri. Quindi è possibile che un bambino distratto non abbia per forza un problema, ma che sia una sua caratteristica magari legata semplicemente un ritmo di crescita differente o a un’indole caratteriale. A volte si tratta di bambini poco abituati a mantenere la concentrazione per molto tempo. Alcune attività potrebbero essere di aiuto ad allenarlo alla concentrazione.

Gli alleati della concentrazione

La creatività e il gioco

Giochi come le costruzioni, il disegno, la creazione di oggetti col das o altri materiali sono sicuramente di aiuto alla concentrazione.

  • Riempire o compilare schede grafiche con linee forme e cerchi da collegare tra loro, per agevolare la concentrazione e l’agilità mentale.
  • Incollare, ritagliare, costruire, far combaciare oggetti e creare figure, per stimolare la creatività.
  • Cucinare assieme qualcosa (vedi: Cucina come palestra di relazioni)
  • Stimolare l’intelligenza verbale, chiedendo al bambino di raccontare la propria giornata o di inventarsi una storia. 
  • Giocare insieme a loro a memory, oppure far imparare a memoria una filastrocca, una poesia o una breve storia.
  • Giocare a campana o saltare la corda, per aumentare la concentrazione e la percezione corporea del proprio corpo.

La lettura

Un ottimo modo di migliorare l’attenzione, soprattutto per i bambini, è quello di leggere loro dei libri.  A differenza della TV che guardano in modo passivo, la lettura richiede vero ascolto e attenzione. Per questo motivo, leggere un libro insieme al genitore costituisce un ottimo metodo di apprendimento ed una divertente attività per migliorare l’attenzione nei bambini.  Non solo: oltre ad essere un modo per esercitare la concentrazione grazie alle storie, la lettura è anche un modo per sviluppare il vocabolario e la consapevolezza uditiva.

La pazienza

Non tanto quella del bambino, quanto quella del genitore. In caso di distrazione o mancanza di concentrazione, è necessario approcciarsi in maniera serena, accogliente e paziente, evitando di ripetere frasi negative e accusatorie: sono controproducenti e lo faranno deconcentrare ancora di più.

Dopo qualche insuccesso sportivo oppure scolastico può capitare che il bambino si senta demotivato. È importante, in questi casi, che il bambino impari a non avere timore di sbagliare di nuovo o che non perda interesse per cose che un tempo lo appassionavano. É meglio evitare, quindi, di rimproverarlo bruscamente e incoraggiarlo quando mostra incertezza e insicurezza, in modo che capisca che non è grave sbagliare.

Disturbi Specifici dell’’Apprendimento

Alcuni bambini distratti possono invece presentare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Come distinguere, allora, uno sviluppo normale con un eventuale problema o un disturbo dell’attenzione nei bambini?

Caratteristiche

disturbi dell’apprendimento comportano un’enorme difficoltà da parte del bambino per riuscire a concentrarsi e stare attento, così da poter portare a termine un compito. Visto che la difficoltà percepita è altissima, e lo sforzo mentale richiesto è davvero elevato, il bambino arriva a smettere di prestare attenzione, distraendosi.

Il DSA, viene diagnosticato quando le acquisizioni misurate attraverso test standardizzati risultano sostanzialmente inferiori a quanto prevedibile rispetto all’età, al livello di intelligenza e all’esperienza scolastica del bambino.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento comprendono: dislessiadisgrafia (difficoltà nella capacità motoria di scrivere), disortografia (difficoltà nella competenza ortografica), discalculia (incapacità nel ragionamento matematico e nel calcolo).

La dislessia è l’incapacità di acquisire livelli prevedibili per quanto riguarda l’accuratezza della lettura, la velocità e la comprensione di un testo.

L’aiuto dell’esperto

Incapacità di star fermi, anche solo per qualche minuto, necessità di molto tempo per fare i compiti, e ancora bambini distratti, perennemente disattenti: in queste situazioni, bisogna quindi capire se si tratta di un vero e proprio disturbo della concentrazione oppure di un problema più lieve. Nei casi in cui, con la maturazione, tale distrazione non rientra e soprattutto va a discapito dell’apprendimento allora può essere utile contattare un esperto che possa fare una diagnosi differenziale.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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