L’ANSIA E LE SUE PROIEZIONI

A volte siamo in ansia per qualcosa ma in realtà la fonte dell’ansia è un’altra più nascosta!

sintomatologia ansiosa

Mi capita spesso di vedere in studio persone che chiedono aiuto per la sintomatologia ansiosa che gli impedisce di avere un buona qualità d vita. A volte si tratta di un senso di costrizione, altre di un peso alla gola, altre ancora di veri e propri attacchi di panico.

In tutte queste situazioni il paziente ha spesso chiaro qual è l’oggetto della sua ansia. Può trattarsi della guida, di un luogo, di un animale o del timore di una tragedia imminente. In queste situazioni il sintomo ansioso si “mescola” a quello fobico. Altre volte il paziente prova un’ansia intensa ma non sa bene definire il perché.

In entrambi i casi spesso l’ansia non deriva dalle situazioni identificate dal paziente, ma da ben altri meccanismi.

L’ansia e i suoi “travestimenti”

Ho potuto constatare che dietro alla sintomatologia ansiosa spesso si celano situazioni di cui il paziente non è pienamente cosciente. Vediamo le principali.

La pentola a pressione

Molte persone ansiose sono delle vere e proprie pentole a pressione. Accettano situazioni e relazioni per loro deleterie e non gratificanti senza mai avere il coraggio di interromperle. Dicono spesso si quando in realtà vorrebbero dire no. Per il senso di colpa e del dovere rimangono in situazioni aberranti che spesso demoliscono la loro autostima e sicuramente il loro benessere. Spesso rinunciano alle loro esigenze a favore di quelle altrui. Finiscono così per svuotarsi e a volte deprimersi.

Tutti questi si, che in realtà dovevano essere un no, rimangono dentro e determinano uno stato di malessere profondo che spesso viene espresso attraverso la sintomatologia ansiosa. Il paziente, ormai abituato a sottostare a determinate situazioni, spesso non si rende conto del collegamento tra l’ansia e la sua indole votata al sacrificio.

Spesso queste persone non esprimono il loro disagio per paura di non essere compresi o per il timore di annoiare gli altri. A volte riescono ad esprimere il malessere riguardo a situazioni che non sopportano ma non sono in grado di liberarsi dalle catene del senso di colpa.

La mania di controllo

Ci sono persone che amano controllare tutto. Gestire in maniera minuziosa le loro giornate, programmare qualsiasi cosa, tenere in scacco gli altri e così via. Sono persone convinte di poter realmente controllare tutto e che questo sia rassicurante. Non appena però qualcosa sfugge provano un forte senso di disagio e ansia. Questo li porta spesso a irrigidirsi e aumentare il controllo. Si genera così un circolo vizioso.

Lo stesso controllo produce ansia: dover gestire tutto li rende come “elastici continuamente tirati”. Persone costantemente in tensione perché devono arrivare ovunque. Difficilmente riconoscono la dipendenza dal controllo anche per orgoglio o per il timore di essere scoperti.

La difficoltà di staccarsi dalla famiglia

Sono in aumento le persone che non riescono a staccarsi dalla propria famiglia di origine per creare un’identità e una vita autonome. Si tratta di persone tra i 25 e i 40 anni che pur avendo un lavoro rimangono ancora a casa dei genitori. A parole dicono di volersi staccare ma poi nei fatti si contraddicono. Trovano sempre delle motivazioni, per lo più pratiche ed economiche, per poter giustificare la loro scelta. In realtà nella maggioranza dei casi dietro alla loro scelta si cela la paura dell’autonomia e il senso di colpa. Nel primo caso la persona in fondo non si sente in grado di affrontare una vita autonoma, un pò per comodità, un pò per scarsa autostima. Nel secondo caso si tratta di figli che sono, da sempre, funzionali alla dinamica di coppia. Figli che spesso sono alleati di uno dei due genitori a scapito dell’altro o che comunque hanno siglato un accordo non detto con la coppia. Sono i cosiddetti figli cuscinetto, utili alla coppia per smorzare il conflitto o i figli che hanno assunto un ruolo genitoriale permettendo ai genitori di delegare loro le responsabilità.

L’ansia in questi casi è frutto di una forte ambivalenza tra il desiderio di evadere e la paura di farlo.

L’accondiscendenza e i suoi tentacoli

Le persone estremamente accondiscendenti hanno spesso optato per scelte di vita improntate al compiacimento delle aspettative genitoriali o del coniuge. Hanno scelto studi, lavoro, case amici e così via in funzione dei desideri di qualcun altro. Si trovano intrappolate in una vita che non è a loro e non riescono ad uscirne. Sentono che ormai è tutto perso, che non possono tornare indietro. L’ansia è legata al senso di soffocamento prodotto dai tentacoli dell’accondiscendenza.

La paura dei cambiamenti

Ci sono persone che sviluppano la sintomatologia ansiosa tutte le volte che devono fare una scelta importante: cercare lavoro, cambiare casa, avere un bambino, chiudere una relazione e così via.

Spesso queste persone, in cuor loro, sanno qual è la scelta migliore. Conoscono i loro desideri più profondi ma non riescono a dargli forma per il timore di sbagliare. Anche quì il senso di colpa gioca un ruolo fondamentale. Sono persone a cui nel passato è stata spesso attribuita la colpa o che hanno vissuto in una famiglia dove l’errore non era ammesso.

Le bugie

Ci sono degli adolescenti che affermano di essere in ansia per le interrogazioni o per una gara sportiva, ma che in realtà vivono ben altri malesseri. A volte sono vittime di bullismo, altre volte sono portati ad avere la mania del controllo. Non sempre riescono a raccontare la loro vera fonte del disagio e non sempre la conoscono. Spesso proiettano l’ansia sulla paura di un’interrogazione o del risultato di una prova. Anche in questo caso bisogna indagare a fondo.

Cosa fare per eliminare la sintomatologia ansiosa?

Se vi siete riconosciuti in uno dei precedenti schemi la cosa migliore che potete fare è rivolgervi ad uno psicoterapeuta. Vi aiuterà a capire cosa si nasconde realmente dietro la vostra ansia. Solo in questo modo potrete sconfiggerla. Spesso, infatti, il paziente combatte contro la causa sbagliata! E’ invece importante identificare quella causa come una proiezione della vera motivazione che rimane spesso celata. E’ su quest’ultima che bisogna lavorare se si vuole eliminare la sintomatologia ansiosa.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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