Ansia da prestazione: come eliminarla

Ansia da prestazione

Prima o poi la vita ci mette davanti a situazioni sfidanti, di quelle che non puoi sottovalutare o rimandare e non ci resta che affrontarle dando il meglio di sé. Ma cosa succede se la percezione della sfida viene esasperata da un nostro momento di debolezza o da un contesto poco favorevole? In casi estremi può succedere di sentirsi più propense al fallimento e di sperimentare la paura e l’ansia fino a compromettere la qualità delle attività quotidiane. Questo scenario vi dice qualcosa? Sappiate che questi stati d’animo sono più governabili di quello che potreste pensare.

Ansia da prestazione: Chi si blocca?

Tra i blocchi più frequenti ci sono:

• Il blocco del perfezionista. La persona cerca sempre le migliori condizioni per realizzare il successo. Ma la ricerca continua della perfezione porta a non concludere mai.

• Il blocco dell’atleta. Pur essendo equipaggiato per sostenere e vincere si tira indietro e non partecipa alla gara o non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale.

• Il blocco dello studente. Ad un certo punto della sua carriera pur studiando non riesce più a superare gli esami. Anche quando si è studiato tutto alla perfezione l’ombra sinistra della bocciatura è l’unico scoglio sul quale aggrapparsi per fuggire alle proprie responsabilità e scampare l’eventuale fallimento. Chiaramente questa situazione fa passare la voglia di studiare.

• Il blocco del venditore. Pur avendo un prodotto o servizio valido non riesce a venderlo perché non riesce ad essere incisivo verso il potenziale cliente.

• Il blocco della persona di successo terrorizzata all’idea di dover parlare ad un pubblico cosa che prima faceva con disinvoltura. Oppure molti top manager evitano di delegare e non fanno altro che limitarsi a controllare tutto, sperimentando inevitabilmente il fallimento della leadership proprio perché trascurano il lato della delega, indispensabile per acquisire la fiducia dei propri subalterni.

• Blocchi di carattere relazionale/sessuale o emotivo. Nelle relazioni sentimentali è il guaio di coloro che, pur di non mettersi in gioco con persone delle quali non si ritengono all’altezza, ripiegano su quelle persone più rassicuranti e innocue, salvo poi il lamentarsi perché non trovano mai la persona giusta. Il più delle volte il blocco è provocato da inesperienza. Il non sapere cosa fare o il non aver mai affrontato quella specifica situazione o la scarsa fiducia in se stessi per il senso di inadeguatezza derivante, innesca la paura di fallire.

Ansia da prestazione: le strategie fallimentari che alimentano il problema.

Una persona bloccata non fa oppure non rende per quello che può. In questi casi è proprio la strategia che aiuta nell’immediato che finisce per aumentare il blocco. I tentativi di soluzione fallimentari messi in atto da chi ha un blocco della performance o ansia da prestazione sono:

• evitamento

• controllo

• parlarne con persone vicine (che vogliono bene) ma non competenti

• chiedere aiuto

• cercare rassicurazioni • mettersi alla prova • razionalizzare: raccoglie informazioni, consultare testi, internet per capirne di più.

Tutto ciò, anche se nell’immediato apporta sollievo, realtà nel tempo non solo non cambia le cose ma finisce per peggiorarle.

Ansia da prestazione e la paura di fallire.

Il blocco della performance o ansia da prestazione può toccare qualsiasi ambito. Possiamo sperimentare un primo fallimento che innescherà il dubbio “è finita la magia, forse non sono più capace…” o la paura che tutto possa ripetersi. Cercheremo di porre rimedio al “disastro” ma dopo un po’ ci rendiamo conto che i tentativi non portano da nessuna parte.

Nello specifico chi ha un blocco della performance, come i fobici, è intrappolato in una sorta di circolo vizioso, in cui pensa: “ora non sono pronto, non sono sicuro, lo faccio la prossima volta”. Sono quelle frasi che portano ad evitare. Evitamenti che alimentano evitamenti! Evitamenti che allontanano sempre più da quello che si vuole, che aumentano l’incapacità e la paura di non farcela. Ed è allora che si comincia a pensare che nulla deve essere lasciato al caso.

Bisogna essere preparatissimi, prontissimi, avere il “controllo assoluto”. Puntualmente, però, si scopre che si è trascurato ancora una volta qualcosa di importante. Ne consegue un aumento dell’ansia e la ripetizione di errori. Se si cerca l’auto-controllo, si finisce per rendere artificiale ciò che sarebbe dovuto essere naturale; Se si cerca di fare di più e/o con più rigore, seguendo l’idea: “se mi impegno di più e più seriamente sarò più pronto la prossima volta”, si finisce per non affrontare e per trasformare un piacere in tortura; Se ne parliamo con qualcuno in una maniera più o meno diretta (parenti, amici, colleghi, o anche sconosciuti) per essere capiti, per togliersi un peso, per cercare qualche forma di aiuto, per essere rassicurati, si scopre di non essere compresi a fondo e di non riuscire a trovare la forza in noi stessi.

Ansia da prestazione: come eliminarla?

E’ noto ormai da tempo che grandi atleti e i top manager delle migliori aziende usano tecniche di respirazione, yoga, meditazione, ipnosi, etc. per migliorare la propria performance. Purtroppo non esiste un modello ripetitibile, predittivo ed efficace che produca risultati concreti ed efficienti esattamente nel momento che vogliamo. La verità è che se si vuole vincere, dobbiamo cambiare la nostra mente, il successo è una scelta. Tutti i grandi campioni sanno che il gioco mentale è la chiave, ed è il potere più grande. La verità è che l’unica costante al mondo è il cambiamento. 

ANSIA DI PRESTAZIONE LAVORATIVA

Uno degli ambiti che creano più paura e ansia al giorno d’oggi è senz’altro quello professionale: che siate dipendenti o libere professioniste, manager rampanti o lavoratrici alle prime armi, sembra di non averne mai abbastanza di consigli su come superare la paura e l’ansia al lavoro.

Vediamo qualche comportamento utile a combattere la paura e l’ansia nell’ambito professionale:

• negoziate con il capo: chiedete di ridistribuire il carico di lavoro, provate a ritardare le tempistiche o a dire di no con saggezza a un compito che sapete già di non poter portare a termine nei tempi richiesti;

• organizzate le attività: se non riuscite a negoziare con il capo o se elargite troppi favori ai colleghi, potreste ritrovarvi angosciate e travolte dalla mole di lavoro, quindi meglio organizzare l’agenda con scadenze precise e realistiche, dividendo gli impegni urgenti da quelli importanti;

• governate la stanchezza: evitate i nervosismi e l’aria trasandata, anche se provate l’ansia di essere giudicata per la vostra prestazione o avete paura di perdere il lavoro, concedetevi delle piccole pause per recuperare le energie. Non c’è cosa peggiore di dare l’idea di essere affannata o di avere paura di perdere il controllo.

Come vincere la paura per il futuro e l’ansia ingiustificata

Quando ci troviamo ad affrontare un cambiamento, può darsi che sia la paura per il futuro che uno stato d’ansia ingiustificato siano in agguato; abbiamo dunque bisogno di sicurezza in noi stesse e di un buon equilibrio interiore che ci permettano di mantenere chiaro il focus sull’obiettivo desiderato. Un paio di domande da farsi per vincere la paura e l’ansia prima di imbarcarsi in una nuova avventura potrebbero essere: “Quali sono le reali conseguenze che incontrerò nell’affrontare questa sfida?”, oppure “Di quali alleati avrò bisogno per raggiungere il mio obiettivo?”

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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