Ci siamo, il rientro a scuola è imminente! Dopo mesi in cui la scuola è stata vissuta in una nuova dimensione multimediale, bambini e ragazzi stanno per rientrare tra i banchi dei loro istituti. Ma anche stavolta ci saranno molte cose diverse. Le distanze, per molti la mascherina, le nuove regole, i disinfettanti, nuovi insegnanti e, in alcuni casi, nuove aule. I nostri figli come stanno vivendo l’attesa di questa nuova era dell’istruzione? Non sempre bene purtroppo.
Molti di loro sono irrequieti e preoccupati. Dopo mesi in cui hanno avuto orari ridotti, più tempo per le loro passioni e meno regole da seguire, questo rientro che si prefigura pieno di paletti li agita non poco. Il lockdown ha messo a dura prova gli equilibri familiari e ora che si ritorna in classe in presenza dopo mesi di autonomia e autogestione, dopo un periodo di relativa tranquillità, si riaffaccia il disagio vissuto, con i dubbi, le incertezze, le ansie per il futuro prossimo.
Le emozioni del rientro a scuola
I bambini sono quelli che più di altri stanno provando agitazione e paura. Probabilmente saranno anche quelli che più risentiranno delle nuove regole.
Molti di loro si sono abituati in questi mesi ad una maggior presenza dei genitori o dei nonni, a poter condividere con loro giochi e emozioni. Hanno assaporato una nuova dimensione familiare e di vita, più vicina a quella dei loro desideri. Una dimensione dove il gioco e le relazioni hanno predominato sui compiti e sulle regole connesse alla scuola. Alcuni purtroppo sono diventati dipendenti dalla tv o dal telefonino, per via dell’impossibilità degli adulti di essere presenti. Anche in questo caso, però, il bambino ha sperimentato una maggiore autonomia nella gestione dello spazio e del tempo.
Ora col rientro a scuola dopo tanti mesi i bambini si troveranno a dover restringere le abitudini apprese e ad affrontare il distacco dai familiari. Sarà un pò come tornare a scuola come il primo giorno, con quel misto di emozioni tra curiosità e paura. In più ci saranno le nuove regole. La scuola non sarà più come quella che hanno lasciato a marzo. Verrà loro richiesto di stare più seduti, di non avvicinarsi ai compagni e alla maestra. I giochi o i materiali in classe non saranno disponibili o facilmente fruibili. Verrà loro chiesto di lavarsi spesso le mani e nell’aria ci sarà l’odore del disinfettante.
Tutte regole giuste ma difficilmente gestibili e comprensibili per i bambini.
Il distanziamento sarà la cosa più complessa da gestire.
I compagni di scuola sono da sempre i compagni di avventura, quelli a cui poggiarsi per superare la lontananza da casa, le sfide, i rimproveri. Quelli con cui misurarsi o creare nuovi giochi di fantasia. I complici a cui confidare qualcosa. Sarà possibile tutto questo con il distanziamento?
Forse la creatività dei bambini permetterà loro di trovare una soluzione. Di ricreare, anche in questa nuova dimensione, un modo per sentirsi vicini nonostante il distanziamento. Nella speranza che anche i docenti li aiutino escogitando metodi e modalità per far vivere il distanziamento non come un incubo ma, ad esempio, come un gioco. I docenti più sensibili ed empatici stanno già pensando a come reinterpretare il concetto di distanziamento, a come rispettare le norme in modo che gli alunni non si sentano troppo costretti da esse. Se invece i nostri figli si imbatteranno in contesti e personalità ossessive e rigide purtroppo la scuola diventerà il luogo dei no, dei continui richiami, delle innumerevoli regole. Diventerà per loro un luogo inospitale e sarà dura motivarli e convincerli ad andare.
Molti bambini sono preoccupati per questo rientro a scuola. Percepiscono che le cose saranno diverse e questo cambiamento li inquieta.
Come esterneranno questo turbinio di emozioni? Molto probabilmente col capriccio e la rabbia. Potrebbero comparire socialità compulsiva o ritiro sociale, difficoltà di concentrazione, irritabilità. I bambini, infatti, non sono sempre capaci di comunicare il proprio disagio e spesso lo mascherano o lo sfogano utilizzando altri canali.
E i ragazzi?
Gli adolescenti come stanno vivendo il rientro in classe? Alcuni bene, altri invece ivono con ansia questo momento.
Vedi: E se i ragazzi non volessero lasciare la DAD?
Cosa possono fare i genitori?
Noi genitori avremo un ruolo fondamentale: dovremo saper cogliere i turbamenti dei figli e aiutarli ad esternarli. Sarà importante intravedere, dietro uno scoppio di rabbia, un capriccio, una tigna, un isolamento, la difficoltà di adattarsi alle nuove regole.
Sarà importante creare spazi di dialogo e confronto, trovare parole di conforto, escogitare assieme delle soluzioni per gestire le emozioni. Il confronto con le insegnanti sarà fondamentale: insieme a loro si potranno individuare i turbamenti e trovare dei modi per gestirli.
Gli insegnanti dovrebbero intervenire senza drammatizzare e senza vedere solo gli aspetti patologici di questi comportamenti, ma sforzandosi di rimanere nel qui ed ora e comprendendo il disagio che i comportamenti stessi esprimono.
Sarà dunque importante mettere al primo posto sia in famiglia che a scuola i vissuti emotivi. I bambini e i ragazzi avranno bisogno di aiuto e di tutta la comprensione degli adulti, siano essi genitori o insegnanti.
Rientro a scuola e paure dei genitori
Anche noi genitori siamo invasi da emozioni contrastanti. Da un alto siamo felici che la scuola riparta, ma dall’altro siamo preoccupati per questo rientro. L’incertezza di ciò che ci attende è fonte di disagio e preoccupazione.
Noi genitori abbiamo vissuto nel lockdown un grande carico emotivo dovendo combinare le esigenze lavorative con quelle familiari e dovendo affiancare i nostri figli nel processo di adattamento all’emergenza sanitaria. Ora ci viene nuovamente chiesto un riadattamento: la gestione delle novità sarà complessa.
Molti di noi temono di non riuscire a portare avanti i propri progetti lavorativi e personali. Ci stiamo già chiedendo come faremo in caso di raffreddori, febbri e malanni che possono comparire nel corso dell’anno. Siamo terrorizzati dallo spauracchio della possibile ripresa della didattica a distanza che ci ha accompagnato per mesi comportando stress e nervosismo.
Chi lavora e non può contare sull’aiuto repentino dei nonni sarà costretto a riorganizzare il tempo: sarà tutto un lavoro certosino di incastri non semplici da architettare. Certo, a questo siamo già avvezzi, ma quest’anno probabilmente dovremo farlo molto più spesso.
Dovremo gestire maggiormente il nervosismo di fronte ai capricci per poter tessere quel dialogo che ci permetterà di “smascherare” l’emozione che si cela dietro ad essi. Sarà quindi importante riconoscere non solo il disagio dei fili ma anche il nostro. Le comuni difficoltà potranno facilitare il confronto con i figli. Condividendo in famiglia emozioni e pensieri sarà possibile a dare un senso all’esperienza passata e presente.