BULIMIA: NON RIESCO A SMETTERE DI MANGIARE!

Bulimia

Il mantenimento dell’obesità e delle abbuffate è spesso dovuto a fattori cognitivi ed emotivi che sfuggono alla consapevolezza del soggetto. Tra questi troviamo un’alta sensibilità al potere gratificante del cibo, scarsa pianificazione e flessibilità cognitiva, e l’incapacità nel regolare le proprie emozioni.

Spesso il ruolo del sistema di ricompensa nella motivazione ad alimentarsi è alla base della bulimia e del suo perpetuarsi.

“Sono solo, stressato, stanco, arrabbiato, afflitto, quindi merito una ricompensa”: questo è il discorso ‘interno’ che molte persone si fanno per giustificare il ricordo al cibo, per concedersi lo sgarro quotidiano.

Tra i fattori di mantenimento dell’obesità troviamo quindi la sensibilità al cibo. Tutti gli individui reagiscono allo stesso modo di fronte a stimoli gustosi. Ciò che può variare è la sensibilità al potere gratificante del cibo, il vederlo come una sorta di “bancomat emotivo”: quando la persona è in difficoltà si avvicina voracemente al cibo per fare scorta di emozioni che in quel momento cancellano apparentemente il disagio. Si attiva così il sistema di ricompensa: mi gratifico, cerco un surrogato, riempio il vuoto, cerco qualcosa che non mi faccia affogare! Il sistema ricompensa attiva però un circolo vizioso pericoloso e ripetitivo: sento un vuoto, cerco una ricompensa, mi sento in colpa per tale atteggiamento, risento il vuoto, ricerco nuovamente il surrogato.

Le persone che soffrono di attacchi bulimici vedono nel cibo diversi significati. Per alcuni il cibo è un farmaco, un ansiolitico o antidepressivo, a seconda del momento.

Trattamento

Trattare il disturbo da binge eating e la riduzione delle abbuffate potrebbe prevenire ulteriori aumenti di peso e soprattutto portare il paziente ad una maggiore consapevolezza di se. Il lavoro integrato dello psicoterapeuta e del nutrizionista punta ad un dimagrimento moderato ma sostenuto nel tempo e a un lavoro introspettivo sulle emozioni che aiuti il paziente ad individuarle, contenerle e esprimerle senza paura.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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