AUTOAFFERMAZIONE POSITIVA: COME COSTRUIRLA E MANTENERLA

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Il significato della parola autoaffermazione – (ing. Sé – sé e affermazione – conferma) – indica un processo che porta alla formazione di un’immagine del reale, desiderata o immaginata, ulteriormente affermata dall’individuo.

Che cos’è l’autoaffermazione?

L’autoaffermazione è la capacità di sentire ed esprimere liberamente e in modo assertivo gli aspetti della personalità che ci identificano e ci rendono unici, dalle nostre idee e opinioni, alle nostre emozioni o tratti della personalità. L’autoaffermazione riflette la forza e la stabilità della nostra identità, oltre ad essere un indicatore del nostro livello di autoaccettazione.

L’autoaffermazione è un processo dinamico in psicologia che comporta una costante verifica della realtà. Essendo un essere sociale, una persona ha bisogno della continuità della società e lo sviluppo non avviene in modo indipendente. I criteri di base sono standard sociali e percezioni. Parzialmente, sono interiorizzati dall’individuo, che è determinato dall’orientamento personale, il punto di riferimento esterno è la valutazione del riferimento , nella determinata sfera dei risultati, per l’individuo nel gruppo.

I tre anni sono uno spartiacque

Il bisogno di autoaffermazione si concretizza all’incirca all’età di tre anni, quando il bambino cerca di differenziarsi dal suo ambiente. L’ “io” viene attivamente usato nel linguaggio (io stesso (a), voglio). Questo stadio è anche associato a una certa negatività, soprattutto in relazione ai genitori, poiché l’autoaffermazione è associata ad attività che si oppone alla stretta cerchia, specialmente se i criteri interni non corrispondono alle regole dichiarate. Quindi verso i tre anni il bambino viveuna fase negativistica in cui il suo “no” è una affermazione del nostro potere e della nostra capacità decisionale (vedi: “I terribili due anni“).

In futuro, una persona viene a conoscenza dei criteri della società, determina in quale strato sociale desidera entrare e quindi pianifica il suo comportamento. Questo processo può portare a diversi risultati: alcuni si annulleranno per essere conformi alla società, altri troveranno un equilibrio sano tra autoaffermazione e adattamento, altri ancora potrebbero estremizzare la loro posizione scivolando nel narcisismo patologico.

L’autoaffermazione positiva

 Si ottiene attraverso un delicato equilibrio tra i nostri desideri e bisogni e i desideri e le esigenze degli altri. Implica essere consapevoli del nostro valore, ma senza sottovalutare quello degli altri.

L’autoaffermazione è un atto di amore e rispetto di sé. Se non siamo in grado di riaffermarci, scivoliamo nel terreno dell’insicurezza e del dubbio. È probabile che finiamo per fingere ciò che non siamo o che accettiamo le richieste degli altri solo perché crediamo di non avere forza e capacità necessarie per difendere le nostre idee, bisogni e sogni.

L’autoaffermazione positiva rafforza e semina rispetto reciproco, pur rimanendo fedeli a se stessi.

Quando ci affermiamo in modo positivo otteniamo maggiore sicurezza e fiducia. Possiamo anche decidere più facilmente perché avremo più chiari i nostri obiettivi ed esigenze.

L’autoaffermazione negativa

L’autoaffermazione negativa implica imporre le nostre idee agli altri al fine di ottenere ciò che vogliamo a qualsiasi costo. Significa affermarsi a spese degli altri.

L’autoaffermazione a scapito degli altri è una strategia in cui le persone si appropriano o sminuisconoi risultati degli altri al fine di aumentare artificialmente il loro valore. Tuttavia, in questo modo si diventa dipendenti dagli altri perché non ci si fa valere per ciò che si è, ma a spese di qualcun altro.

Sono persone che “aumentano” la loro statura arrampicandosi sulle spalle di qualcuno e non crescendo in autonomia.

Con l’autoaffermazione negativa, la personalità non si sviluppa, semplicemente perché non riconosciamo i nostri errori e debolezze, quindi non possiamo superarli. Così si finisce per coltivare un’autostima artificialmente alta e un senso di autoefficacia che possono “sgonfiarsi” quando le persone a scapito delle quali siamo “cresciuti” decidono di far valere i loro meriti e qualità.

Come si sviluppare quella positiva?

1. Conosci te stesso. Non puoi farti valere se non ti conosci abbastanza bene. Pertanto, anche se può sembrare banale, il punto di partenza è chiederti cosa ti definisce e ti differenzia, cosa vuoi nella vita e quali abilità hai per raggiungerlo. Chiarisci i tuoi sogni, le tue risose, i tuoi limiti e i tuoi obiettivi.

2. Convalida le tue emozioni e te stesso. In questo processo di introspezione, potresti scoprire cose che non ti piacciono di te. Tuttavia, l’autoaffermazione passa attraverso l’accettazione radicale della persona che sei. Ciò non significa che non devi sforzarti di migliorare, ma devi convalidare, cioè rafforzare e supportare le tue emozioni, impulsi, convinzioni e bisogni. Tutto ciò non in senso narcisistico. Rifletti su ciò che senti e inizia a interessarti con curiosità a cosa questi sentimenti possano volerti comunicare. Se non ti auto-convalidi, sarai tentato di cercare quella convalida all’esterno.

3. Esprimiti in modo assertivo. È inutile che tu conosca te stesso e ti accetti se in seguito non sei in grado di esprimere chi sei e permetti agli altri di manipolarti. Pertanto, è necessario che sviluppi e metti in pratica uno stile di comunicazione assertivo che ti permetta di esprimere i tuoi desideri, bisogni e idee senza ferire gli altri. Devi avere il coraggio di dire “no” quando qualcosa non ti attira e “sì” senza temere le critiche.

4. Evita di produrre la cosiddetta profezia che si autoavvera“. Le tue aspettative nei confronti delle persone, tendono a realizzarsi. Se pensi di non piacere alle persone tenderai a mettere in atto tutta una serie di azioni che ti porteranno a non essere davvero accettato, ascoltato e rispettato.

Vedi:

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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