ANSIA E PANICO IN ESTATE: CHE CONNESSIONE C’E’?

Perché l’ansia e gli attacchi di panico aumentano proprio con l’arrivo dell’estate? La ragione si deve al fatto che l’aumento delle temperature, delle ore e dell’intensità della luce solare mette in difficoltà l’organismo, che deve adattarsi ai cambiamenti. Questo processo di aggiustamento è particolarmente impegnativo per le persone ansiose. Esse che avvertono più intensamente le sensazioni inviate dal corpo e vivono il passaggio alla stagione calda con un senso di allarme e tensione.

GLI ATTACCHI DI PANICO A COSA SONO DOVUTI?

L’ansia è un disturbo molto comune che può manifestarsi in episodi lievi e sporadici, legati a eventi occasionali, oppure nei casi peggiori a disturbi ben più gravi. Si tratta in poche parole di uno stato psicologico dell’individuo caratterizzato da paura o eccessiva preoccupazione. Questo stato emerge nel caso in cui la persona è soggetta a un determinato stimolo ambientale. In poche parole l’organismo ha difficoltà ad adattarsi alla situazione e non trovando una soluzione idonea reagisce in modo eccessivo. 

L’ansia, nei casi più gravi può sfociare in attacchi di panico.

I fattori d’innesco, mantenimento e cronicizzazione degli attacchi di panico sono il risultato dell’interpretazione catastrofica di sensazioni somatiche ( normali ed innocue) provocate dall’ansia in persone già predisposte e la successiva messa in atto di comportamenti protettivi e/o di evitamento.
In sostanza, una sensazione come la tachicardia o un normale giramento di testa, può essere interpretato, dalle persone che abitualmente si allarmano rispetto alle  proprie sensazioni corporee, come una prova tangibile che qualcosa di terribile sta succedendo, ad esempio un infarto.

Questa interpretazione catastrofica di una normale sensazione fisica, ad esempio l’ aumento del battito cardiaco dovuto ad un sforzo, innesca tutta una serie di reazioni d’allarme: risposta di attacco o fuga, iperventilazione etc. Si crea così un circolo vizioso in cui queste reazioni , acuendo le sensazioni fisiche iniziali e producendone di nuove, confermano l’imminenza e  la pericolosità di quello che si teme, nel nostro caso un infarto.

Si è in presenza di un attacco di panico quando si avverte una sensazione acuta di fortissimo malessere e disagio fisico, che si esprime nel corpo con difficoltà della respirazione, batticuore e alterazione dell’equilibrio, la cui fase peggiore può variare da qualche secondo a una decina di muniti per poi lasciare una coda più o meno lunga. 

L’afa e gli attacchi di panico


Il caldo, l’afa, le temperature elevate, l’umidità ed altri fattori “estivi” contribuiscono ad  aumentare gli attacchi di panico ed in generale le manifestazioni legate all’ansia. Perchè?

Il caldo rappresenta un potenziale fattore di stress e dunque anche responsabile di comportamenti impulsivi che spesso si verificano in particolari situazioni potenzialmente stressanti. Durante l’estate è quindi più facile che nei soggetti ansiosi si manifestino i tipici sintomi dell’ansia. Questo è legato al fatto che il verificarsi di fattori climatici quali la temperatura elevata, la mancanza di aria e la l’aumento della sudorazione, ripropongano i tipici sintomi dell’ansia.

Il caldo e gli altri fenomeni meteorologici, come l’afa e l’umidità, hanno la capacità di aumentare ed accelerare le sensazioni considerate precursori degli attacchi di panico come, ad esempio, la difficoltà a respirare, le sensazioni di sbandamento, debolezza capogiri o testa vuota che fanno preludere alla perdita di controllo, la sudorazione, l’affanno o la tachicardia che possono essere interpretate come problematiche cardiovascolari. Non dimentichiamo  che in estate, con il caldo,  l’afa e l’umidità aumentano i tassi di anidrite carbonica CO2 che, come è risaputo, ha un ruolo rilevante negli inneschi degli  attacchi di panico e nei disturbi d’ansia in generale.
Le alte temperature, l’umidità, l’afa e l’inquinamento, specie nelle grandi città, possono favorire fenomeni di depersonalizzazione o derealizzazione dando vita a quella catena di interpretazioni che innesca il circolo vizioso dell’ansia fino a sfociare in veri e propri attacchi di panico.

Quindi, le persone predisposte ai disturbi d’ansia che manifestano una intensa risposta di allarme in relazione alle sensazioni somatiche reagiranno, all’aumento delle sensazioni legate al caldo, con preoccupazione mettendo in atto tutta una serie di dinamiche che contribuiscono ad aggravare la problematica.

L’ansia anticipatoria

In estate queste persone manifestano una marcata ansia anticipatoria rispetto al clima che li attenderà e alle possibili conseguenze minacciose che questo comporta. Persone con questa “vulnerabilità” hanno una spiccata tendenza ad essere assorbiti dai propri stati interni. Lo fanno nel tentativo (infruttuoso) di controllare la eventuale presenza di sensazioni che possono far presagire un pericolo o una minaccia per la propria salute. Questo continuo scannerizzare il proprio corpo ( body cheek) paradossalmente aumenta la probabilità di selezionare ( attenzione selettiva)  sensazioni che, con ogni probabilità, verranno interpretate come segnale di uno stato di minaccia, innescando il circolo vizioso di cui parlavamo prima.

La messa in atto di evitamenti e comportamenti protettivi ( ad esempio, evitare di uscire nelle ore più calde, evitare di frequentare luoghi affollati o mezzi pubblici etc.)  impedisce a queste persone di smentire l’ipotesi catastrofica circa la pericolosità di queste sensazioni confermando sempre le previsioni infauste.

Cosa fare in estate per evitare gli attacchi di panico?

Considerata queste breve descrizione, appare utile, per chi predisposto o sofferente rispetto alla correlazione tra fenomeni climatici e disturbi d’ansia,  poter intraprendere un percorso psicoterapico in grado di ristrutturare le credenze rispetto alla minacciosità delle sensazioni somatiche provocate dal caldo. Si possono applicare anche tecniche più specifiche come l‘ipnosi o tecniche di rilassamento corporeo.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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