ANORESSIA: IL CORPO INVISIBILE

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ANORESSIA NERVOSA: IL CORPO INVISIBILE.

L’anoressica ha una percezione distorta del proprio corpo tale per cui, nonostante il grave sottopeso, continua a vedersi come enorme, sgraziata, grassa. Tale distorsione comporta la perdita della speranza di poter cambiare la situazione, di poter essere finalmente “belle”.
L’attenzione selettiva può distorcere la percezione che le ragazze anoressiche hanno del proprio corpo, ma non può spiegare da sola una così grande differenza tra l’evidente sottopeso e la sensazione di essere irrimediabilmente grasse.

Secondo alcune ricerche recenti, la causa principale di questo gap va ricercata nella struttura neurale delle persone con anoressia nervosa. Sembra che, in caso di anoressia nervosa, la rete per il processamento delle immagini del corpo sia alterata anche dal punto di vista funzionale. Ecco perché il corpo è invisibile!

Da un punto di vista emotivo, la ragazza anoressica viene avviluppata da un’angoscia tangibile. Il cibo diventa un’ossessione, l’unica cosa a cui si può pensare sono i modi per evitare di assumere calorie o per smaltirle. Si sviluppa la fobia per alcuni cibi, di prendere chili su chili, con la percezione di non poterne prendere uno senza ingrassare in modo irrefrenabile.

La fase iniziale dell’anoressia nervosa è quasi sempre caratterizzata dalla negazione della malattia, con l’assenza di consapevolezza dei propri comportamenti disturbati e delle proprie difficoltà.  La negazione della propria magrezza può divenire nel tempo così estrema da configurarsi come un disturbo dell’immagine corporea per cui, nonostante la perdita di peso consistente, alcune ragazze continuano a vedersi o meglio a sentirsi normali o addirittura grasse.

L’anoressia nervosa fa spesso la sua comparsa in adolescenza.

In ogni adolescente vi è un un eroe adulto, che rischia di essere stritolato dall’incomprensione, dalla solitudine, dalla paura, dall’angoscia di non essere capito, dall’indifferenza soffocante. Il disturbo alimentare può essere una spia di disamore e solitudine incompresa. Spia importante da non trascurare e considerare come equivalente di disagio giovanile con tutti i possibili tragici sviluppi.

Lacan scriveva: “non bisogna pensare che” l’anoressica ” non magia, ma che mangia NIENTE”, cioè che esperisce dentro di sé, e nelle relazioni in genere, un vuoto affettivo. Tale vuoto la lacera ma al contempo la riempie perché quel vuoto occupa gran pare del suo pensiero e determina gran parte delle sue scelte.

Fondamentale appare quindi il nostro compito di genitori, educatori e terapeuti nel non fare mai mancare ai nostri giovani uno spazio di ascolto vero senza giudizio.

E’ fondamentale rispettare la loro indole, dare spazio alle loro idee, capire che cosa vogliono comunicare e perché prima di proporre la nostra visione del mondo.

Circolo vizioso di automantenimento dell’anoressia nervosa

Fase iniziale

Nella fase iniziale della malattia l’attenzione è concentrata sul proprio peso con un forte desiderio di divenire ed essere magri. Con l’andare del tempo questa preoccupazione cede il posto ad un’illogica e angosciante paura di ingrassare. Ciò porta a rimuginare continuamente sull’idea del cibo e ad adottare comportamenti estremi finalizzati alla perdita di peso.

Questa paura permane anche quando il peso corporeo è così basso da costituire un rischio per la vita della persona. Anzi, la paura di ingrassare tende a progredire quanto più la ragazza diventa magra. La paura di perdere il controllo sul cibo e di ingrassare causa un’ansia notevole ogni qualvolta ci si avvicina al cibo. Solo il suo controllo, il suo rifiuto, riesce a dare tranquillità. 

La storia tipica nell’anoressia nervosa è quella di una dieta intrapresa con lo scopo di perdere qualche chilogrammo superfluo, di migliorare il proprio aspetto fisico ritenuto inadeguato.

Con questo obiettivo, in principio spesso condiviso dai familiari, si inizia a ridurre le quantità di cibo e/o ad eliminare alcuni cibi ritenuti dannosi e troppo calorici. Altre volte la dieta viene intrapresa per combattere una modesta acne o per altri piccoli problemi per i quali viene ritenuto utile eliminare alcuni cibi giudicati nocivi. A questo si accompagna frequentemente anche un aumento dell’attività fisica sempre con lo scopo di dimagrire.

Rigidità

A poco a poco la sorveglianza sul cibo tende a farsi sempre più rigida e allo stesso tempo cresce la paura di perdere il controllo; il desiderio di controllarsi diventa ancora più forte sino al punto di eliminare gran parte degli alimenti che prima venivano assunti e che ora sono ritenuti pericolosi e ipercalorici. Ci si limita al solo consumo di frutta e verdura, i carboidrati e proteine vengono assunti in quantità molto limitate, si tende ad aumentare il consumo di bevande calde per contrastare il freddo, lo stimolo della fame e aumentare la sensazione di sazietà.

Vengono messe in atto strategie finalizzate ad evitare il pasto. Ad esempio assumere impegni per l’ora del pranzo, rinviare a più tardi il momento del pasto, preparare solo pietanze poco gradite. Questi comportamenti favoriscono la perdita della capacità di riconoscere gli stimoli enterocettivi della fame e della sazietà. Le ragazze spesso sono consapevoli che la dieta ha preso loro la mano e non sono più in grado di controllare la situazione. Si innesca in questo modo un circolo vizioso determinato dal pensiero: ”devo mangiare il meno possibile per non ingrassare” sostenuto anche da un senso di sfida verso se stesse e dalla paura di perdere il controllo (Vedi Figura).

La maggior parte delle ragazze anoressiche sperimenta una fame intensa e investe sempre più energie per riuscire a mantenere il controllo. La fame viene spesso negata e “ingannata” attraverso l’assunzione di molti liquidi o l’uso di cibi ipocalorici. A volte il controllo viene “favorito” dalla sensazione di pancia gonfia, di digestione lenta, di nausea. In questo senso il termine “anoressia” (dal greco “an” – prefisso negativo – e “orekteo” – ho appetito) può apparire fuorviante poiché la sensazione di fame è in realtà forte.

Aumento della fame e delle complicazioni

La restrizione alimentare induce nell’organismo meccanismi biologici di protezione per la sopravvivenza, che consistono in un aumento della fame, dell’appetito e dei pensieri e preoccupazioni riguardo all’alimentazione. La fame sempre più potente può generare nel tempo una spinta compulsiva verso il cibo. Le abbuffate sono anche favorite dal fatto che le ragazze si negano proprio i cibi più graditi (che ritengono ipercalorici). Per cui, quando trasgrediscono anche per pochi biscotti, pensano “ormai che ho sgarrato tanto vale che continui e poi rimedierò”.

In alcune ragazze il controllo del peso e del dimagrimento viene ottenuto soprattutto attraverso una attività fisica intensa e esasperata. Tale attività è difficilmente controllabile (compulsiva), spesso utile anche per scaricare l’ansia del pasto. In questo caso viene utilizzato, in modo più o meno consapevole, qualsiasi pretesto per bruciare calorie. Attività anche domestica o pratiche sportive faticose come lunghe camminate e corse.

Le complicazioni di tipo medico della malnutrizione.

Le persone che soffrono di anoressia nervosa possono arrivare ad un livello di logoramento fisico che può comportare danni e complicazioni anche gravi a carico di tutti gli organi interni. Lo stato di malnutrizione può portare anche alla morte.

La mortalità nell’anoressia è compresa tra il 5 e il 15% dei casi e rappresenta una tra le maggiori cause di mortalità tra le giovani ragazze e tra le malattie psichiatriche.

  • Le complicanze cardio-vascolari quali il rallentamento del ritmo cardiaco e l’abbassamento della pressione arteriosa sono presenti nella maggioranza dei casi.
  • Le alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitico sono meno frequenti ma più pericolose. Specie per quanto riguarda il potassio, la cui carenza può essere causa di gravi alterazioni del ritmo dei battiti cardiaci.
  • Le alterazione ematologiche sono rappresentate dall’anemia e dalla leucopenia.
  • Le complicanze gastro-intestinali consistono in un rallentamento della funzione digestiva con presenza di gonfiori, dolori, sensazioni fastidiose e stipsi.
  • Le complicanze a livello osseo sono caratterizzate dall’osteoporosi che è dovuta alla scomparsa del ciclo mestruale. Abitualmente il problema si aggrava con il perdurare della amenorrea, con una rarefazione ossea sempre più marcata che comporta un aumento del rischio di fratture.
  • Per ciò che riguarda le complicanze a livello neurologico, alcuni studi effettuati hanno messo in luce una pseudoatrofia cerebrale e l’allargamento dei ventricoli. Non è chiaro se si tratti di danni reversibili con il recupero del peso.
  • Le complicanze dermatologiche sono rappresentate dalla frequente comparsa di un colorito giallastro delle estremità legato all’aumentato deposito cutaneo di carotenoidi, dall’aumento della peluria (detta lanugo), dalla pelle secca e disidratata, dalla perdita dei capelli.
Dr.ssa Cinzia Frontoni

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