LE DIVERSE PERSONALITA’ FEMMINILI: A QUALE ARCHETIPO APPARTIENI?

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La psicoanalista junghiana Jean S. Bolen nel famoso libro “Le dee dentro la donna” (1984), ha descritto i principali aspetti della psicologia femminile rifacendosi alle sette divinità femminili dell’antica Grecia. Ogni dea rappresenta una tipologia diversa di donna, con certi suoi sentimenti, bisogni, funzioni psicologiche, comportamenti e atteggiamenti differenti. Tutte le sette divinità rappresentano modelli potenziali della psiche femminile. Gli archetipi sono come dei modelli psicologici, delle tendenze di comportamento istintive, innate, che si ritrovano in tutte le civiltà dall’inizio dei tempi. Tuttavia non tutti questi archetipi sono presenti in ciascuna donna. Alcune divinità possono esprimersi in determinate fasi e momenti delle vita e del suo percorso personale e poi lasciare spazio ad altre.

La Bolen ritiene che se da un lato la donna è influenzata da queste potenti forze psichiche, che ne modellano la personalità e ne indirizzano le scelte di vita, dall’altro essa è condizionata da altre forze esterne, rappresentate dalle influenze culturali ed educative, che rinforzano alcuni modelli archetipici femminili e ne rimuovono altri.

Le influenze familiari e culturali

Secondo J.Bolen quali dee siano attivate in ogni donna in un dato momento dipende da vari elementi. Innanzitutto dalla predisposizione, dalla tipologia di base, poi dall’educazione della famiglia di origine, dall’ambiente culturale o dal periodo storico in cui è vissuta, e infine dalle circostanze, le scelte e le fasi della vita.

Le aspettative della famiglia rinforzano la presenza di alcune divinità femminili, mentre ne reprimono altre. A livello sociale molte culture passate e purtroppo anche presenti negano attivamente alla donna l’espressione dell’indipendenza, dell’intelligenza e dell’aggressività.

Le attività che una donna svolge nell’arco della sua vita comportano lo sviluppo di alcuni aspetti psicologici piuttosto che di altri. Molto dipende anche dalle fasi della vita che la donna sta vivendo, perché è normale che nel suo sviluppo femminile la donna passi attraverso momenti diversi, ognuno caratterizzato dalla presenza dominante di un archetipo piuttosto che di un altro.

Una volta che la donna ha preso consapevolezza di tutti questi aspetti interiori, si tratta anche di una questione di scelta, di dare priorità a certe caratteristiche, di coltivare certe qualità.

Le dee vulnerabili

Queste divinità sono definite le “dee vulnerabili” perché vivono in una situazione di debolezza e sottomissione rispetto al sesso maschile. Queste dee rispecchiano i ruoli tradizionali femminili, sono gli archetipi dell’orientamento al rapporto, che dominano la vita psichica di quelle donne il cui benessere e il senso di identità dipende dalla presenza nella loro vita di una relazione significativa.

La presenza di queste forze archetipiche nell’inconscio femminile spiega molto bene la tendenza femminile alla dipendenza, all’emotività e al desiderio di legame. Sono estroverse, sintonizzate sugli altri, empatiche, sensibili.

Le donne che assomigliano a queste dee rischiano di essere sopraffatte perché sono troppo accomodanti e non riescono a mettere un limite tra sé e gli altri. La maggior parte delle donne che per un periodo della sua vita ha sofferto per amore si riconosce sicuramente in una o più di queste divinità.

Era

La dea Era o Giunone, moglie di Giove, è l’archetipo che incarna il desiderio di essere moglie e compagna. Questa donna si sente incompleta senza un partner e prova un forte dolore nei periodi di solitudine. L’archetipo Era dona alla donna la capacità di assumersi un impegno duraturo che la porta a restare accanto al compagno anche nelle difficoltà e nella cattiva sorte. Il marito tende ed essere il centro della sua vita.

Una volta sposata la donna limita la sua esistenza al ruolo di moglie conformandosi agli interessi del marito e perdendo anche interesse nelle attività e nelle amicizie che aveva precedentemente.

Il problema di questa tipologia femminile è che essa è talmente presa dal suo bisogno di sposarsi che, pur di realizzare il suo obiettivo, può scegliere un uomo non adatto a lei. L’aspettativa inconscia di questa donna è che il marito la realizzi, essa proietta sul suo uomo un’immagine idealizzata e tende a rimanere delusa ed amareggiata quando scopre che lui non è all’altezza delle sue speranze.

Demetra

La dea Demetra è la dea della fertilità e rappresenta il ruolo archetipico della madre, la donna che si realizza pienamente tramite la maternità o comunque accudendo e dispensando nutrimento fisico, psicologico e spirituale.

Ella cerca la sua soddisfazione nel curare e accudire gli altri ed è generosa, provvida e disinteressata. Questa tipologia si realizza in professioni sociali e di aiuto. Spesso rischia di venire sottomessa e sfruttata da persone che si approfittano di lei e che non la apprezzano per la sua generosità. Il suo limite è l’incapacità di dire di no e di mettere dei freni alle richieste altrui.

Persefone

La dea Persefone, archetipo della fanciulla, rappresenta un atteggiamento passivo nella vita: incarna quella donna che non è predisposta ad agire, ma ad essere agita dagli altri. Ha spesso un atteggiamento dipendente e agisce come se aspettasse che qualcosa o qualcuno venisse a salvarla e a trasformare la sua vita.

E’ solitamente una donna molto adattabile e, pur di piacere agli altri, e soprattutto al proprio uomo, si conforma senza difficoltà a quello che lui desidera che lei sia. Spesso questa donna ha tratti di personalità infantili e ha un aspetto molto più giovanile della sua età.

Le dee vergini

Questi archetipi, descrivono la tendenza femminile alla passività, al desiderio di legame, all’istinto di prendersi cura e al bisogno di dipendere dagli altri. Nella loro psiche femminile sono comunque presenti anche caratteristiche di autosufficienza, indipendenza e forza.

Queste divinità avevano la caratteristica di essere complete anche senza avere un uomo accanto. Non furono mai vittimizzate dagli uomini, non soffrivano per amore e non erano inclini ad innamorarsi.

Artemide

Artemidedea della caccia e della luna, regina della notte e dei luoghi selvaggi, era un’arciera dalla mira infallibile.

Questa divinità rappresenta lo spirito femminile indipendente. Ha un suo senso di integrità e di completezza che le permette di funzionare da sola, fiduciosa di sé tanto da non avere bisogno dell’approvazione maschile e da poter perseguire per conto proprio interessi che la appassionano, senza farsi influenzare da nessuno.

Artemide rappresenta la concentrazione sull’obiettivo e la determinazione nel perseguire i propri risultati nonostante le difficoltà. Ha uno spiccato senso della giustizia e si batte per proteggere i più deboli.

Atena

Atenadea della saggezza e della guerra, era una grande stratega in battaglia e rappresenta la funzione del pensiero e della volontà.

Al pari di Artemide è una donna coraggiosa, indipendente, che va per la sua strada senza farsi influenzare dagli uomini. E’ la tipica donna intellettuale, che dà la priorità allo studio universitario, oppure è incarnata perfettamente dalla donna manager in carriera.

E’ attratta dal potere e persegue la ricerca del potere, spesso si accoppia con uomini autorevoli che detengono grandi responsabilità. Incarna il modello delle donne razionali, governate più dalla testa che dal cuore. E’ una donna pragmatica, presenta un saggezza pratica.

Estia

Estia, la custode del focolare, rappresenta l’intuizione e la capacità di concentrazione sulla propria interiorità che caratterizza la donna che è interessata, più che al mondo esterno, allo sviluppo della propria dimensione spirituale.

Nella psiche della donna, l’archetipo Estia rappresenta una qualità di presenza tranquilla, saggia, equilibrata che rende la donna mite, pacifica e poco incline a farsi notare. Ella tende a rimanere sullo sfondo in ogni situazione e ad essere sottovalutata, non vista. Non è competitiva, non è ambiziosa, non è interessata a sedurre gli uomini ed è autosufficiente.

Nel matrimonio Estia è la brava donna di casa, l’”angelo del focolare”, ella si dedica con grande piacere alle attività domestiche e alla cura della vita familiare. Spesso rimane nell’ombra, anonima, e si accoppia con uomini che hanno una visione tradizionale della donna.

La donna Estia se viene svalutata non si oppone, ma piuttosto si ritira in se stessa e si spenge perché la sua funzione perde di significato.

Afrodite

Infine Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza, viene considerata una dea a parte perché, nonostante fosse orientata al rapporto amoroso come le dee vulnerabili, era anche una donna autonoma, che si è legata a molti uomini senza mai attaccarsi troppo a nessuno di questi e senza soffrire per amore.

Questa donna è governata soprattutto dalla funzione della sensazione ed è alla ricerca della bellezza e del piacere nella sua vita. Questo tipo di figura femminile spesso va incontro alla condanna morale da parte della società, che non comprende la sua sensualità e la considera come una “donna di facili costumi”.

Scopri la dea che c’é in te

La conoscenza di queste potenti forze archetipiche può rendere le donne più consapevoli della loro complessità e dei molteplici aspetti che le caratterizzano. Può essere uno stimolo per uscire dalla banalità dei ruoli stereotipati che hanno subito passivamente, un’occasione di scegliere, di diventare responsabili di se stesse, per diventare più autosufficienti e più realizzate.

Invece di continuare ad aspettare che il Principe Azzurro le salvi, può darsi che decidano di diventare protagoniste della loro vita, di trasformarsi da sole nelle eroine del proprio destino personale.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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