ATTACCAMENTO, AUTONOMIA E SONNO

Attaccamento, autonomia e sonno
Attaccamento, autonomia e sonno

Lo sapevi che lo sviluppo dell’autonomia di un bambino è possibile solo quando sperimenta una buona dipendenza da chi si prende cura di lui? Può sembrare banale e scontato ma non lo è. Spesso si è portati a pensare proprio il contrario: se lascio mio figlio solo gli permetto di cavarsela senza di me. E invece no. Sono proprio i bambini ad allontanarsi dal genitore senza bisogno di essere “spinti” quando lo vivono come una “base sicura”.

Molti autori sostengono che il caregiver, nella relazione diadica, assume il ruolo di “base sicura” e l’andare a dormire attiva il sistema di attaccamento. Questo accade perchè tale momento rappresenta una separazione per entrambi e i risvegli notturni costituiscono un’opportunità di riunione, di conforto e di rassicurazione.

La causa maggiore delle difficoltà di addormentamento o degli innumerevoli risvegli risiede in un’ambivalenza!

La causa maggiore delle difficoltà di addormentamento o degli innumerevoli risvegli risiede nell’ambivalenza tra ciò che si richiede ad un figlio durante il giorno e ciò che viene attuato nel momento dell’addormentamento. Spesso autonomia e dipendenza si contrappongono nelle richieste: una viene effettuata di giorno e l’altra di notte o viceversa!!

Spesso i genitori “spingono” i bambini ad addormentarsi da soli o con tecniche non adatte allo stadio di sviluppo che sta attraversando il figlio. I genitori a volte fanno delle richieste quando non è ancora il momento. Quando i figli non sono ancora pronti perché ancora non hanno acquisito delle piccole autonomie nella giornata. Se il genitore non favorisce l’autonomia del figlio durante le azioni giornaliere non può poi pensare che il bambino la possa acquisire improvvisamente nel momento dell’addormentamento!! O viceversa: se durante il giorno lascia molta autonomia al figlio non può nella fase di addormentamento utilizzare tecniche adatte a bambini molto più piccoli.

C’è un’altra importante considerazione da fare. Ci sono poi dei momenti del ciclo di vita in cui i bambini possono avere dei momenti di malessere o difficoltà di vario tipo (es: l’inserimento all’asilo nido), che li porta a richiedere una maggiore vicinanza del genitore. Se il genitore continua ad essere sperimentato dal bambino come una “base sicura”, il bambino dopo questo riavvicinamento sarà pronto a fare un nuovo passo avanti nella sua autonomia. Quando il bambino ricerca il genitore in un momento di difficoltà è perché si attiva il suo “sistema di attaccamento”. E’ molto importante che ciò avvenga perché è un comportamento che gli permette di chiedere aiuto e preservare la sua incolumità sia fisica che psicologica, cosa che da solo non potrebbe fare viste le limitate risorse.

Come possiamo legare i tre concetti chiave di cui abbiamo parlato finora: autonomia, dipendenza e attaccamento?

Quando il bambino manifesta un bisogno di attaccamento e il genitore risponde ad esso, il bambino sperimenta una buona dipendenza: il genitore si prende cura di lui alleviando lo stato di disagio o colmando un bisogno, il bambino sa di avere un genitore che si prende cura di lui.

Farà sua quell’esperienza imparando proprio dal quel gesto amorevole a prendersi cura di se stesso e ad occuparsi dei suoi bisogni, facendo quindi un passo avanti nel suo percorso di autonomia, sentendosi sicuro. Se un bambino sperimenta un legame di attaccamento problematico gestita male i momenti di separazione tra cui quelli del sonno.

Ad esempio un legame d’ attaccamento madre-bambino caratterizzato dall’ “inversione di ruolo” ossia dall’ assunzione della funzione di “protettore” da parte del bambino, provoca una diminuzione del tempo passato nello stadio profondo del sonno. Infatti, il bambino che ha assunto il ruolo genitoriale si percepisce responsabile della propria sopravvivenza e di quella del caregiver e sente di dover fornire protezione e sicurezza ad entrambi. Questo stadio del sonno, pertanto, viene eliminato perché non permette di mantenere il controllo sull’ambiente esterno e costituisce una “minaccia” al legame di attaccamento. Tale incapacità a gestire la distanza fisica tra sé e il genitore causa nel bambino, non solo una costante minaccia di perdita del caregiver, ma anche profondi sentimenti di impotenza e di intensa angoscia che sono all’origine delle alterazioni del ciclo sonno-veglia.

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Dr.ssa Cinzia Frontoni

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